Il patrimonio del defunto è sempre un argomento interessante soprattutto, quando non vi sono debiti a carico dell’eredità.
Scoprire che il defunto aveva un conto corrente bancario è una buona notizia, un po’ meno se si scopre che il conto corrente era intestato sia al defunto che ad un’altra persona.
Se il conto corrente cointestato era esistente presso una banca italiana o ubicata in Italia, si applica salvo qualche rara eccezione, la legge italiana ed i rapporti interni tra i cointestatari sono regolati dal codice civile e secondo l’art. 1298 comma 2 cc, le parti di ciascuno si presumono uguali se non risulta diversamente.
Per non deludere le aspettative degli eredi, è necessario trovare una soluzione che conduca a poter sostenere che quella che chiameremo la fetta più grande della torta, appartenga al defunto.
Ciò non è impossibile; secondo la Suprema Corte di Cassazione (sent. N. 28839/2008) se è vero che il conto corrente cointestato, attribuendo agli intestatari la qualità di creditori solidali di quanto esiste sul conto ne fa presumere la contitolarità anche del denaro ivi giacente, è pur vero che la presunzione, può essere superata dimostrando una situazione diversa, e cioè provando, per esempio con documenti, che il denaro proveniva esclusivamente da uno solo dei cointestatari del conto; quindi nel nostro caso, gli eredi dovranno dimostrare che il denaro proveniva solo dal compianto defunto.
Vi consigliamo quindi, di munirvi di un buon detective o ancora meglio, di munirvi di un buon avvocato.
Milano, 26 maggio 2020.
Avv. Giovanni Babino
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